Creare una OTT: l’esperienza di Como TV

puntozero
6 min readFeb 21, 2021

L’elettricità nel dover creare un nuovo progetto dal nulla, le sfide, la squadra, le vittorie e le sconfitte. Con l’emergenza Covid sullo sfondo e un modello che ha dovuto adattarsi velocemente

Quando mi hanno affidato Como TV, mi sono subito ricordato di un vecchio pezzo che avevo scritto per SHIFT. Riguarda la sindrome dell’impostore e — la faccio breve, ma se volete potete recuperarlo qui — racconta di chi pensa di non riuscire a farcela, di essere “beccati”, smascherati, del sentirsi inadeguati alla sfida.

Ricordo molto bene la prima riunione operativa di Como TV.

Era il il 26 novembre e il lancio della OTT era fissato poco meno di 130.000 minuti più avanti, il 26 febbraio 2020.

130.000 minuti, 90 giorni, 3 mesi. Alcuni screenshot dal mio iCal

Non c’era niente. Sul serio. Non una telecamera, un backdrop, un logo. Non un giornalista, un montatore, un operatore.

Niente.

Avevo tante idee in testa, l’ambizione di maturare quello che ho imparato dal mondo del documentario e delle piattaforme OTT del cinema, per portarlo dentro lo sport.

Un ottimo punto di partenza: la solidità del budget approvato da SENT e la visione sul futuro della società. Tutta la parte creativa di creazione dei contenuti, dei palinesti, le risorse umane e tecniche, la produzione (pre e post), invece, era da costruire.

C’era da tirare su uno studio, allestirlo, creare una routine di programmi, una routine logistica, una routine amministreativa, dei turni.

C’era da scegliere le librerie sonore, girare i contenuti da inserire al giorno 1 di vita di Como TV. C’era da preparare le grafiche, le sigle, i bumper.

Tutto da fare in 3 mesi, durante il campionato, mentre il Como giocava. Mentre un nuovo gruppo di lavoro — oltre ad amalgamarsi tra loro (e parlo di produzione e redazione) — doveva amalgamarsi anche con l’area sportiva del Como 1907, con le strutture, le dinamiche e, perché no, con le leggi non scritte del calcio. Che non sempre sono di facile lettura. E, quando si ha un po’ di fretta, il rischio di incomprensioni è alto.

Lo scopo di questo lungo post è quello di replicare cioè che ho fatto anche con Quagliarella. Raccontarvi in maniera sintetica e condividere, cioè, un’avventura faticosa ed emozionante che mai mi sarei immaginato di vivere e che mi ha catapultato a 36 anni a dirigere una OTT sportiva di una squadra professionistica italiana ed organizzarne ogni aspetto.

Le persone

Se scorro la mia Moleskine vedo che c’è una pagina intera con scritto Staff, cerchiato più volte in blu. La prima cosa a cui ho pensato, sono state le persone. Trovare giornaliste, giornalisti, tecnici, operatori, montatori, allestitori, scenografi. Trovare alleati. E per farlo rapidamente mi sono fatto aituare da amici e professionisti, da giornalisti e producer. Era il tempo di mettere insieme tutti i consigli possibili, di ascoltare e programmare, prima di agire e decidere.

Perché mettere insieme un progetto così grande, in così poco tempo, necessita per forza di cose di una visione da condividere. Remare insieme, tutti, senza distinzioni di ruoli per arrivare pronti al lancio. Dopo diversi colloqui la mia scelta era chiara: 4 giornalisti con esperienza nazionale, con una seniority elevata, in grado di condurre, svolgere il lavoro redazionale, andare in trasferta per seguire la squadra, registrare una rassegna stampa.

Ognuno con caratteristiche diverse, ognuno con un know-how da portare in dote, a disposizione della squadra. Ho chiesto loro flessibilità e intraprendenza. Ho chiesto loro di partecipare anche ai processi creativi dei contenuti, dei format, dei tempi. Mentre portavo avanti la selezione dei giornalisti, ho iniziato a mettere in piedi il cuore di Como TV: la produzione.

Non nascondo che sono state diverse le strade che ho esplorato, stando sempre attento al giusto equilibrio tra mezzi, risorse umane e budget. L’esperienza come documentarista mi ha aiutato nell’isolare le figure più adatte: producer, operatori, montatori, attrezzature, luci.

I rendering dello studio di Como TV costruito all’interno dello Stadio Sinigaglia

Una volta trovata la quadra anche da quel punto di vista, sono passato allo studio. L’idea è stata quella di crearne uno polifunzionale, in grado di ospitare diversi set, diverse trasmissioni, diversi contenuti. Allestito lo studio e smarcate le questioni contrattuali con relative negoziazioni, abbiamo iniziato a produrre i contenuti per popolare la piattaforma che, nel frattempo veniva settata secondo le nostre esigenze (creazione playlist, metadata, descrizioni, ecc).

Il lancio

I 130.000 minuti correvano e messa in piedi la struttura, lo staff e i contenuti, c’era da organizzare il lancio. Con Federico Bottacin, Facilities Manager e Alessandro Camagni, Head of Communication del Como 1907 abbiamo pensato agli aspetti logistici della conferenza stampa, mentre Como TV avrebbe preparato teaser, trailer e altre pillole per lanciare i vari format.

La conferenza stampa è durata quasi 2 ore. Tantissime domande, suggestioni e stupore. E tanta stanchezza, ma altrettanta soddisfazione. Ce l’avevamo fatta.

Alcuni ritagli di giornali

«Como TV è una novità soprattutto per la Serie C, ma lo sarebbe anche per la Serie B, ma in alcuni casi anche per la Serie A». — Sportitalia

Eravamo lì, eravamo pronti e non vedevamo l’ora di cominciare sul campo. Non vedevamo l’ora di far vedere tutto questo e molto di più.

Poi, è arrivato il lockdown.

Ed è cambiato tutto subito, tantissimo. Per tutti, nel mondo e anche per noi.

Il Lockdown

Non volevamo fermarci, non potevamo farlo. Ma non potevamo nemmeno girare immagini, intervistare, entrare in studio. Avevamo dei contenuti d’archivio, prodotti prima che tutto si fermasse e, per un po’, abbiamo usato quelli.

Poi, abbiamo usato la fantasia: abbiamo prodotto il primo Quiz su Zoom.

Creato il Campionato dei Sogni.

Raccontato i giocatori del Como e molte altre cose.

L’obiettivo era mantenere alta l’attenzione sulla squadra e sul progetto di Como TV. Abbiamo anche collaborato con le altre aree aziendali come una vera e propria Media House: non solo post-produzione, ma una vera e propria collaborazione a tutto tondo.

In poche parole, abbiamo continuato. E i numeri, oltre che l’affetto dei tifosi e l’attenzione della stampa, ci hanno premiato.

Il ritorno

Terminata la parte più dura della quarantena, siamo tornati piano piano a riprendere possesso dei nostri spazi, del nostro studio, dei nostri contenuti.

E siamo partiti con altri progetti che avevamo in cantiere, che si sono sviluppati durante il lockdown e che hanno visto la luce appena era possibile farlo: il lancio degli eSports, i branded content con Hilton e, soprattutto, la presentazione di Jack Gattuso, i mini-documentari su Gigi Meroni e Stefano Borgonovo.

Il futuro

La stagione sta per ricominciare. Il campionato di Serie C ripartirà a fine settembre 2020. Como TV, però, non andrà in vacanza. Continuerà a produrre contenuti, aiutare l’azienda, seguirà la squadra anche in ritiro. Sarà un altro test in attesa di iniziare le partite, sarà un modo per rodare ancora di più una squadra che mi ha dato tantissimo in questi mesi e che ha saputo condividere con me questo viaggio bellissimo.

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